Il Coraggio di accogliere – Epilogo

Il cielo azzurro, il sole caldo di quasi primavera. Il saluto ideale per l’epilogo del nostro lungo viaggio nel mondo dell’Accoglienza, il nostro “Coraggio di Accogliere”. Domenica mattina, timidamente, in tanti sono giunti verso Piazza Matteotti, dove il nostro gruppo ha avuto modo di apprezzare gli interventi preparati dai rappresentanti di oltre 15 realtà del nostro territorio e finanche del barese. Il termine “Accoglienza” ha assunto significati pregnanti. La gioia, la tristezza, la commozione, finanche la rabbia. Tanti i sentimenti che hanno composto con garbo e delicatezza il significato di “accoglienza”. Abbiamo avuto la conferma che accoglienza vuol dire “amore” e non “affare”. Abbiamo scoperto l’ovvio: ovvero che accoglienza vuol dire impegno. Abbiamo scoperto che accoglienza vuol dire Italia. Non è retorica. Nonostante tutto. E’ realtà. Il mondo del Terzo Settore ha manifestato il proprio amore per la nostra Nazione. Ed ha manifestato cuore e coraggio nel compiere ciò che – spesso tra tante difficoltà – porta ad autentici miracoli di accoglienza.

E di miracoli osservati, seppur non rappresentanti esattamente tutti quelli operati nel nostro territorio, sul palco allestito in piazza Matteotti ce ne sono stati tanti. I gruppi di sbandieratori Puer Apuliae e Città di Lucera, insieme in piazza nel raccontare il loro modo di accogliere, l’AIFAD con i fantastici ragazzi divenuti campioni nella disciplina degli sbandieratori, l’Associazione “I Diversabili” con la loro buonissima cioccolata ed i dolcissimi volontari e associati, i commoventi e bellissimi ragazzi di Mondonuovo, il grande cuore dei volontari delle “Ragioni del Cuore“, il coraggioso impegno della Croce Rossa Italiana, dell’UNICEF, dell’AIDO, l’impegno professionale e sotto traccia del Consultorio la Famiglia, l’attività fresca e artistica della Hiphopera Foundation aps, il mondo delle fragilità dei minori curato dalla seriaemanoiosa ma profonda realtà della Cooperativa Paidos, il coordinamento solidale del Corpo Volontari Intervento Pubblico e Protezione Civile.

Le due gigantesche mani composte dalle tante associazioni e dai partecipanti alla manifestazione

La mattinata ha rappresentato il nostro Thinking Day, festeggiato per la prima volta nella nostra breve storia con i fratelli del Gruppo Scout Indipendenti di Lucera, che hanno salutato la piazza con un canto scout che racconta proprio l’accoglienza.

L’ Accoglienza è stata trasmessa anche attraverso la musica e l’arte grazie agli intermezzi musicali di Akachukwu Onubogu – che ha duettato con la moglie Giovanna – e Domenico La Marca.

Tutti uniti nell’intento di aiutare, condividere, raccontare, il mondo operoso e silenzioso della nostra città, quello solidale ed impegnato. Ed in termini reali, sono stati raccolti fondi per le attività del Centro di Solidarietà Padre Maestro, organizzazione della Diocesi di Lucera – Troia, operante nel nostro territorio proprio nell’ambito delle fragilità. Suor Carmela ha salutato i presenti, raccontando le tante attività operate nel centro, che spaziano dalla distribuzione di pasti caldi e supporto alle famiglie in condizione di fragilità, al dopo scuola per tanti bimbi.

Una marmellata di colori e persone che ha permesso di ricreare in Piazza Matteotti due gigantesche mani che si incontrano e si stringono. Le troveremo su queste pagine e sui social. Sono state immortalate dai bravi fotografi Esther Favilla e Andrea Giardino dai tetti alti che sovrastano la piazza!

L’attività ha permesso ai tre alfieri AGESCI del Lucera 1, Giuseppe Schiavone, Ludovica Nisco e Slav Bellucci (partiranno per gli Stati Uniti a Luglio per un’esperienza unica lunga 10 giorni), di presentarsi alla cittadinanza e raccontare a tutti ciò che sarà il Jamboree e ricevere il mandato dalle Istituzioni Civiche, rappresentate dal Sindaco di Lucera Antonio Tutolo e dall’Assessore alla Cultura ed all’Istruzione Carolina Favilla.

E proprio al Comune di Lucera è stato donato un piccolo “monumento”: nel parco comunale è stato installato un ponte. Si: un ponte. Un ponte di Leonardo Da Vinci, che vuole rappresentare la semplicità dei materiali necessari affinché si crei una sana relazione tra vicini e lontani. Nonostante la violenza, nonostante gli estremismi, nonostante le difficoltà di tutti i giorni.