Kenya: Progetto UBUNTU – Io sono, perché noi siamo!

Il 27 Luglio ero pronta.

Pronta per intraprendere un’esperienza che si è rivelata più significativa di quanto potessi mai immaginare.

Con il mio zaino in spalla sono partita con Gaia, Betta, Elena, Mara e Gaetano: destinazione Nairobi.
Dopo un intenso giorno di viaggio (comprese 9 ore di scalo ad Istanbul) siamo arrivati in Kenya e siamo stati accolti da Antonietta Pignataro, capo scout del Mesagne (BR), che da più di 10 anni ha creato attraverso l’associazione Huipalas più progetti di cooperazione in Kenya.

I primi 5 giorni li abbiamo vissuti ad Emali con i Mwamba (gli scout del posto tra i 18 e 21 anni), eravamo nel villaggio solidale di Kijiji un terreno di Huipalas in cui i ragazzi del posto sognano di fare una fattoria per avere un lavoro sicuro in futuro.  Con i Mwamba abbiamo fatto un vero e proprio campo scout, montate le tende ci siamo divisi in terzetti per  cucinare e organizzare le attività serali di riflessione.

A Kijiji durante le mattinate lavoravamo la terra, il progetto era quello di piantare con i Mwamba  alberi da frutto, quindi di giorno in giorno toglievamo le sterpaglie, zappavamo il terreno  e l’ultima mattinata vissuta a Kijiji abbiamo  piantato 100 piantine da frutto tra cui mango e papaya. Dopo tanta fatica è stata una bella soddisfazione vedere un terreno, che fino a 5 giorni prima era ricoperto da sterpi , accogliere così tanta vita e così tate speranze.

Mentre lavoravamo con i Mwamba siamo diventati amici, fratelli. Si parlava, si cantava, ci si scopriva l’un l’altro e non ci importava se la terra rossa che stavamo lavorando ci sporcava dalla testa ai piedi, ci sentivamo  vivi!

L’ultima sera a Kijiji ho partecipato al fuoco di bivacco più bello della mia vita: attorno a un fuoco accogliente, abbiamo ballato e cantato per più di due ore le loro danze tradizionali, sotto un cielo stellato mozzafiato…

Mi sentivo un tutt’uno con il mondo, con la natura, ma ancora non sapevo cosa avrei vissuto i 10 giorni seguenti, tutta questa bellezza spontanea e primordiale si sarebbe scontrata con il degrado ambientale e sociale delle periferie di Nairobi che avrei visto il giorno dopo.

Sesto giorno: destinazione Korogocho.

Dopo aver chiuso il campo con i Mwamba siamo andati alla sede di Huipalas dove saremmo stati per il resto del cantiere. Durante il viaggio notai che il paesaggio cambiava: non c’erano più i villaggi, i campi coltivati, la terra rossa.. iniziavano a comparire sempre più i palazzoni sovraffollati, strade piene di bancarelle e lamiere, tante lamiere che assemblate costituivano una baracca.  Il cielo era grigio e ovunque si guardasse c’erano colline di spazzatura, discariche a cielo aperto. Eravamo a Korogocho, una delle baraccopoli più popolate del Kenya.

Durante le mattinate siamo andati in un centro di recupero per bambini tossicodipendenti e siamo stati ospitati in una baracca, abbiamo visto il loro punto di vista, le loro fatiche, vi assicuro che uno sguardo era più esaustivo di qualsiasi parola…

(Per capire la drammaticità della realtà potete guardare “Toxicity – Gli zombi di Nairobi” un reportage di Fanpage.it, attenzione i contenuti sono molto forti)

 

Solo lì ho capito cosa fosse stato il campo a Kijiji per i Mwamba, gli stessi ragazzi con cui avevamo vissuto 5 giorni vivevano quotidianamente nel grigiore delle lamiere; solo col senno di poi ho realizzato quanto bene potessero fare 5 giorni nella natura incontaminata per ragazzi che solitamente camminano fra un ammasso di spazzatura che prende fuoco e un torrente stagnante che scorre tra una baracca e l’altra.

I Mwamba li abbiamo rivisti nella sede di Huipalas che essendo a  5 minuti da Korogocho è facilmente raggiungibile dai ragazzi.

Antonietta qualche anno fa ha fondato per questi ragazzi il gruppo scout di Korogocho mettendo a disposizione la sede di Huipalas come sede scout.

I pomeriggi li trascorrevamo in sede con i ragazzi, c’erano momenti di confronto tra culture e condivisione di esperienze.  L’ultimo sabato pomeriggio lo abbiamo passato anche con i Chipukizi e i Sungura, rispettivamente i loro lupetti (che in realtà da loro sono scoiattoli, non seguono come noi le storie de“Il libro della giungla”) e reparto; abbiamo organizzato con i loro capi scout, i Mwamba, un pomeriggio pieno di giochi e bans in swahili, i bambini e i ragazzi si sono così divertiti che qualcuno si è presentato anche il giorno dopo nella sede di Huipalas!

Ultimo giorno: un abbraccio.
L’ultimo.
L’abbraccio che racchiude tutto ció che è stato  vissuto:
i sorrisi condivisi, l’empatia provata attraverso uno sguardo, uno sguardo semplice che é capace di dirti tutto; l’amicizia nata tra una confidenza e l’altra; la condivisione di sogni, speranze,progetti; le storie, racconti di vita, racconti che si intrecciano e provano a comprendersi.

Non dura qualche secondo questo abbraccio, ha cosí tante emozioni in sé che lo porterò dentro sempre, consapevole che le nostre strade si incontreranno nuovamente.

Buona Strada

Procione Affettuoso
Letizia