Le ultime notizie dal REPARTO
IL REPARTO E LE SUE REGOLE
:: LA LEGGE SCOUT
:: LO STILE SCOUT
:: LA CERIMONIA DELLA PROMESSA
:: I FISCHI DI REPARTO
:: IL GUIDONE DI SQUADRIGLIA
LA LEGGE SCOUT
LA GUIDA E LO SCOUT: |
1. Pongono il loro onore nel meritare fiducia | 6. Amano e rispettano la natura |
2. Sono leali | 7. Sanno ubbidire |
3. Si rendono utili e aiutano gli altri | 8. Sorridono e cantano anche nelle difficoltà |
4. Sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout | 9. Sono laboriosi ed economi |
5. Sono cortesi | 10. Sono puri di pensieri, parole e azioni |
LO STILE SCOUT
Premessa:
Una definizione di stile scout, che è sempre diffcile e può diventare riduttiva, è necessaria all’inizio di un testo dove si suggeriscono comportamenti formali, per aiutare a distinguere la forma, che è un mezzo educativo, dal formalismo, (cioè dal vuoto attaccamento ad essa), che è invece diseducativo.
Lo stile scout è la conseguenza diretta della scelta di vivere lo spirito e i valori della Legge e della promessa scout nella vita di tutti i giorni. In concreto, esso si manifesta in una serie di comportamenti esteriori, coerenti con questa scelta e derivanti da essa, che lo Scout asume sia durante le attività scout che al di fuori di esse. Nelle attività scout lo stile è anche un reciproco richiamo a vivere coerentemente le scelte fatte.
Naturalmente, certi comportamenti saranno diversi a seconda dell’età e del grado di formazione acquisita o in corso di acquisizione, ma il loro valore di fondo rimane costante, dal Lupetto/Coccinella al Capo Scout. Alcuni di questi comportamenti – anche tra i più importanti – non sono codificabili. Dal valore della lealtà (articolo 2 della Legge) deriva, ad es., il comportarsi lealmente, che fa certamente parte dello stile scout ed è di continua applicazione nella vita scout e non scout. Altri conviene ricordarli perchè si applicano in modo particolare nelle attività scout. Spesso l’espressione stile scout è riferita solo a questi ultimi. Esiste uno stile degli Scouts nel fare le cose, nello stare con gli altri, nel vivere in certi luoghi, nello stare insieme in associazione.
É segno di stile:
aver cura di sè, della propria persona, della propria uniforme (come segno di rispetto per gli altri, per il movimento scout, per se stessi);
avere costante attenzione agli altri e disponibilità ad ascoltarli e ad aiutarli;
diffondere serenità e gioia.
Stile è anche:
un certo modo di presentarsi, di accogliere, di muoversi;
la capacità di scegliere, tra due soluzioni, quella più rispettosa degli altri o dell’ambiente, anche se costa di più;
il saper pagare di persona le proprie scelte, anche e soprattutto nele piccole cose (lo stile è, appunto, fatto di piccole cose.
Questi comportamenti dovrebbero essere progressivamente acquisiti come abitudini dai L/C, osservati come punto d’onore dagli E/G, divenire norma costante di comportamento per i R/S, ed acquistare valenza pedagogica per i Capi.
Può essere utile fare alcuni esempi specifici, che possono anche essere più direttamente afferrabili dai ragazzi:
l’aspetto sereno e sorridente è spesso il primo e più semplice dono che si può fare agli altri: “credo che noi Scouts possiamo aggiungere alle sette virtù cristiane unottava. il buonumore” (B.-P., WSCD 142);
per la raccolta di fondi, lo Scout – mettendo in pratica il principio di rendersi utile agli altri grazie alle proprie capacità (abilità manuale, ecc.) – preferisce organizzare attività in cui si dà qualcosa agli altri in cambio (p.es. vendite, feste, luna park, kermesse), piuttosto che semplici questue;
l’uso del tabacco (art. 44 del regolamento dell’AGESCI), come ogni altra abitudine od uso di sostanze nocive alla salute, è assolutamente da evitare nel periodo della crescita, e pone peri più adulti il problema del danno che dal loro cattivo esempio può derivare ai membri più giovani dell’associazione.
Le attività scout inoltre offrono spesso occasioni per mettere alla prova lo stile degli Scouts. Esaminiamone alcune:
In treno.
Gli zaini ed il materiale sono spesso di intralcio per i passeggeri, quindi lasciare liberi i passaggi ed attenzione … alle spallate. Quando i posti non sono prenotati, una squadriglia sale sullo stesso vagone, ma le varie squadriglie si distribuiscono sui vari vagoni salendo da diverse porte. Così pure un Branco/Cerchio potrà dividersi in due metà (ciascuna sempre sotto la sorveglianza di uo dei Capi). I capi salgono uno per primo ed uno per ultimo. Si rispettano scrupolosamente le norme del mezzo di trasporto (non gettare roba dai finestrini, ecc.). Durante le soste in stazione, il materiale va radunato con al centro, ben visibile a distanza, il guidone di squadriglia. Sul treno gli Scouts non arrecano fastidio coi propri canti e giochi, ma neppure devono rinunciare, se si accorgono che ciò è gradito, ad animare l’ambiente e a dar buonumore agli altri viagiatori. E’ una questione di limite e di buon gusto.
Spostamenti di un Branco/Cerchio.
Diversamente dal Reparto, che si sposta per squadriglie, il Branco/Cerchio si sosta come Unità, anche se all’interno le sestiglie mantengono in genere la loro individualità. E’ bene infatti cercare di evitare sia l’ammuchiata a sciame attorno ai Vecchi Lupi o alle Capo Cerchio, sia l’ordine rigido su due file (magari tenendosi per mano), che “fa tanto scuola”. Si può trovare il modo di affidare al capo sestiglia la responsabilità dell’ordine della sestiglia, soprattutto suggerendogli tdi tenere i nuovi (cuccioli e cocci) attorno a sè, senza cadere nella naturale tentazione di fare comunella con gli altri Lupetti o Coccinelle anziani.
Abbandono di un luogo.
“Lo Scout lascia dietro di sè solo ringraziamenti” (B.-P., SpR, 185). Coprire le fossette, riportare i sassi dove si sono presi, portar via i rifiuti non biodegradabili e sotterrare gli altri, chiudere i cancelli, coprire gli escrementi, lasciare pulite le fontane e gli abbeveratoi, ringraziare il propietario e fargli controllare il luogo, ecc.: tante piccole cose che non costano nienet ed hanno una grande importanza educativa.
Amicizia con la natura.
Accendere un fuoco lontano da una pianta, ammirare dei fiori piuttosto che coglierli, avvicinarsi ad un animale per osservarlo piuttosto che spaventarlo, non abbandonare un fuoco acceso, non sporcare un corso d’acqua, usare la legna necessaria senza spreco anche se essa è abbondante, non danneggiare le piante e non tagliare arbusti versi se non in caso di assoluta necessità e tante altre piccole cose che fanno dello Scout una persona che sa vivere nella natura integrandosi con essa e rispettandola.
In chiesa.
Se in un piccolo paese un notevole numero di Scouts di passaggio va in chiesa, può creare disturbo. Perciò occorre entrare prima che inizi il rito. Disporre gli zaini in fondo in un angolo col minimo ingombro possibile. Lasciare le panche agli abitanti, mantenere il silenzio. Solo se si sono presi accordi, intervenire nella liturgia in modo rilevante, altrimenti avere cura di non sopraffare la piccola comunità che si riunisce secondo le sue abitudini, ma partecipare adattandosi alle tradizioni locali.
Silenzio notturno.
Avere il rispetto per il riposo degli altri è un segno di vera fraternità e di civismo. Non è giusto che glia ltri non possano dormire perchè io non ho sonno. Anche questa è una delle piccole cose che fanno serio lo Scoputismo. Su questo punto non è educativo lasciar correre in nome di un malinteso spirito di famiglia felice o di comunità gioiosa (che è tutt’altra cosa).
Linguaggio sboccato o volgare.
Anche se sarà diffcile che un ragazzo arrivi ad usare negli Scouts un linguaggio completamente differente da quello per lui abituale, è necessario pretendere che vi sia uno sforzo comune perchè il clima che si instaura nello “stare insieme da Scouts” sia diverso e più sereno di altri ambienti.
Viaggi all’estero.
Lo stile dello scout diventa tanto più importante in quanto egli è anche un po’ ambasciatore del proprio paese (la sua nazionalità è infatti rilevabile dall’uniforme). E, a proposito, la prima regola di stile per chi viaggia all’estero è quella di essere in grado di provare la propria appartenenza alla fraternità mondiale degli Scouts tramite la “lettera internazionale di presentazione” (c.d. “passaporto scout”). Il rispetto delle regole, degli usi e dei costumi locali è la prima condizione per giungere ad un colloquio, ad uno scambio, ad un rapporto cordiale con gli abitanti del posto ed è il primo passo per una vera educazione allo spirito del “cittadino del mondo”.
LA CERIMONIA DELLA PROMESSA
Il momento della Promessa è il vero inizio dell’avventura scout. La cerimonia deve quindi esser preparata e solennizzata affinchè l’E/G la ricordi – magari in qualche circostanza difficile della sua vita – come un momento straordinario che ha vissuto da protagonista e la senta come un impegno da verificare periodicamente (in particolare durante l’ultima tappa).
“La Promessa è pronunciata dopo un primo periodo, non più lungo di 3-5 mesi, dall’ingresso nel Reparto; il ragazzo chiede personalmente di pronunciarla quando ritiene di aver capito le “regole del gioco scout” e vuole parteciparvi impegnandosi a rispettarle” (Reg. E/G, art. 44).
“La Promessa è fatta alla presenza di tuto il Reparto su presentazione della squadriglia di appartenenza, e la cerimonia, diversa a seconda delle tradizioni, deve mettere in luce che così si entra a far parte della grande famiglia degli Scouts di tutto il mondo e che il Reparto è presente come testimone, ma anche perchè si impegna ad aiutare il nuovo E/G a mantenere la Promessa” (Reg. E/G, art. 45).
Quale che sia lo schema scelto, è necessario che la cerimonia abbia alcune caratteristiche:
– che i suoi significati vengano esplicati, oltrechè con parole, con gesti e simboli adeguati;
– che tutto il Reparto partecipi con attenzione e rispetto;
– che si sottolinei la realtà della squadriglia come prima piccola comunità che accetta il nuovo ragazzo;
– che sia messo in luce il raporto Capo-ragazzo;
– che l’intera cerimonia venga anche come momento di preghiera e di gioia.
Quando la cerimonia interessa vari novizi, solo le parole iniziali e il canto finale saranno comuni. Tutto il resto sarà ripetuto, con la massima cura e “personalizzazione”, per ogni novizio. La cerimonia della Promessa si svolge normalmente all’aperto. Non è opportuno, per non confondere i piani, svolgerla in chiesa.
Ecco come si svolge la cerimonia:
Il Reparto è allineato su tre lati di un quadrato. Sul quarto lato aperto c’è la Staff con accanto la Fiamma di Reparto.
– Il Capo squadriglia accompagna il novizio di fronte ai Capi, saluta al guidone e torna in squadriglia.
– Capo Reparto (al novizio): Che cosa chiedi ?
– Novizio: Di diventare un Esploratore (una Guida).
– Capo Reparto : Per quanto tempo ?
– Novizio: Se Dio lo vorrà, per sempre.
– Capo Reparto : Sai cosa vuol dire essere un unomo/donna d’onore ?
– Novizio: Sì, essere creduto/a perchè veritiero/a ed onesto/a .
– Capo Reparto : Conosci la Legge?
– Novizio: Si
– Capo Reparto: Conosci la Promessa?
– Novizio: Si
– Capo Reparto: Recitala.
La Fiamma viene posta tra la Staff e il Novizio in posizione orizzontale. Il Novizio facendo il saluto con entrambe le mani (la destra in alto e la sinistra appoggiata alla fiamma, sotto la mano sinistra in segno di saluto del Capo Reparto e col fazzolettone tra mani e fiamma) recita la Promessa:
Con l’aiuto di Dio, PROMETTO sul mio onore di fare del mio meglio:
– per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese;
– per aiutare gli altri in ogni circostanza;
– per osservare la Legge Scout !
(Durante queste parole il Reparto resta sull’attenti e fa – novizi esclusi – il saluto scout).
Nuovo Esploratore/Guida torna verso la squadriglia dove il Capo Squadriglia gli consegna l’omerale dicendo: ” Da questo momento entri veramente a far parte della Squadriglia ………. “.
La cerimonia ha termine con il canto della Promessa.
I FISCHI DI REPARTO
– Cerchio di Reparto: segno lungo di avvertimento, seguito da sette segni brevi (-…….)
– Capi squadriglia: tre segni brevi ed uno lungo (…-)
– Chiamata di uno qualsiasi per squadriglia: tre segni lunghi ed uno breve (—.)
– Chiamata della cambusa: 4 o più segnali alternati lungo/corto (-.-.) (usato solo ai campi)
LA FIAMMA DI REPARTO
La Fiamma di Reparto – triangolo di stoffa (cm. 20 per 35) nei colori del Gruppo con al centro l’emblema dell’Associazione – è il simbolo della storia del Reparto e della sua comunità.
Per questo nella sede di Reparto e al campo essa ha un posto d’onore e non è, di solito, inserita in giochi o attività similari. Essa si porta legata ad un bastone alto 175 cm. munito di puntale, ed è affidata ad un alfiere, designato secondo le tradizioni del Reparto.
In marcia, la Fiamma precede il Reparto, venendo prima della squadriglia a cui appartiene la Fiamma. Col Reparto in formazione (in quadrato o in altra formazione) la Fiamma si porta verticalmente sul lato destro disteso.
IL GUIDONE DI SQUADRIGLIA
A differenza della Fiamma, il guidone – triangolo di stoffa (cm. 20×35) sul quale è riprodotta in rosso sul fondo bianco la sagoma dell’animale (totem) da cui la squadriglia prende il nome – non rappresenta una insegna ufficiale, ma solo il simbolo della squadriglia. Come tale, è abitualmente portato dal capo squadriglia. Esso può essere utilizzato per giochi e gare. Viene piantato al suolo, può essere appoggiato a un muro, a un albero, ecc. Oviamente, la squadriglia metterà un punto d’onore a che il proprio simbolo non venga mai lasciato al suolo – se caduto – o, peggio, non venga mai appoggiato per terra.
Nelle cerimonie le sole regole perticolari da seguire sono:
– Posizione di cerimonia: il guidone viene alzato sul lato destro del corpo, con la mano che impugna il puntale;
– Saluto al guidone: si fa portando la mano sinistra atteggiata nel saluto scout a sfiorare il bastone, piegando l’avambraccio orizzontalmente davanti al corpo, all’altezza del petto;
– In ginocchio: il guidone può anche essere portato sulla spalla, mediante l’apposita traccia di cuoio o simile, usata da molti capi squadriglia.
Il guidone è consegnato alla squadriglia di nuova costituzione con una cerimonia apposita, affidata alla fantasia e al buon gusto della squadriglia stessa, d’intesa coi Capi.
La nota fondamentale sarà l’entusiasmo e il fraterno augurio delle altre squadriglie. A tale cerimonia può essere abbinata quella della nomina del capo squadriglia.
Sotto il guidone vengono appesi sul bastone i guidoncini delle specialità di squadriglia eventualmente conquistate dalla squadriglia.