Parrocchia di S.Lorenzo in Mariano al Brembo: le associazioni
Scout
Il gruppo è composto da 35 aderenti, in prevalenza donne.
Gli incontri del gruppo si effettuano ogni terza domenica del mese.
Le proposte formative rivolte ai soci, sono aperte all’intera comunità parrocchiale.
Progetto Educativo
Anno 1998-1999
Prefazione
Questo documento si prefigge lo scopo di pianificare lo sviluppo e le azioni del gruppo scout DALMINE 1° per il futuro. Ciò viene fatto analizzando la situazione nel momento della stesura dello stesso, sia per ciò che riguarda la realtà del mondo in cui il gruppo opera (il territorio, il Comune, le Parrocchie, la realtà sociale, etc. ) sia per ciò che riguarda il gruppo stesso (situazione delle unità, forze e debolezze interna, sviluppi futuri previsti, etc. ). Vengono quindi individuate le mete prioritarie da raggiungere, scelte in funzione dell’analisi effettuata e delle finalità della nostra associazione. Tali mete vengono concretizzate in obiettivi a breve e medio termine, che devono essere raggiunti e verificati nei tempi e nei modi previsti. Per la natura stessa degli obiettivi, -essere a breve o medio termine, essere verificabili, essere individuati e programmati in funzione del raggiungimento, o del mancato raggiungimento, di quelli precedenti- essi non sono inclusi nel documento principale, ma vengono presentati come allegati, in modo da poter essere aggiunti mano a mano che il progetto globale avanza; inoltre come allegati verranno presentate anche le analisi e le osservazioni fatte in sede di verifica dei singoli obiettivi.
Questo documento si rivolge principalmente ai membri del gruppo Dalmine 1°; vuole essere uno strumento di lavoro, un binario per tutti i capi per poter progettare meglio il nostro futuro. Si rivolge anche a tutti quelli con i quali noi operiamo, a coloro che sono interessati a ciò che facciamo, ai genitori dei ragazzi che ci sono affidati, perchè possano capire meglio dove vogliamo andare e possano in questo modo aiutarci a realizzare ciò in cui crediamo.
Introduzione
Durata:
Il presente documento ha validità di tre anni; entrerà in vigore con l’anno associativo ‘98-‘99 e scadrà nell’anno associativo 2000-2001. L’anno 2001-2002 verrà fatta la revisione di questo documento e ne verrà prodotto uno nuovo che entrerà in vigore nell’anno 2003-2004 . Per poter assicurare un documento di riferimento anche durante il periodo di verifica, si considera provvisoriamente valido il documento scaduto fino all’approvazione di quello nuovo.
Responsabilità:
Per la stesura del documento, la sua verifica, eventuali modifiche é competente e responsabile esclusivamente la Comunità Capi del gruppo DALMINE 1°, che potrà però, se lo ritiene utile, coinvolgere nella stesura e verifica anche altre persone/associazioni. Resta comunque la Comunità Capi l’unica responsabile.Responsabili di tutto ciò che é necessario allo sviluppo e alla stesura di questo documento, su delega e nelle modalità individuate dalla Comunità Capi, sono i Capi Gruppo, coadiuvati dalla staff di animazione.
Per gli obiettivi che coinvolgono le unità sono responsabili della realizzazione e della verifica i capi unità – capo Clan e capo Fuoco, Maestro dei Novizi, capi Reparto, Akela e Bagheera – che dovranno riferire a tutta la comunità capi l’andamento della realizzazione e gli esiti di ogni verifica. Per tutti gli altri obiettivi – relativi al gruppo nel suo insieme, alla Comunità Capi, al territorio, etc. – sono responsabili i Capi Gruppo. Anch’essi dovranno riferire alla Comunità Capi con le stessa modalità.
Validità:
Il documento per essere valido deve essere approvato almeno dai due terzi dei capi censiti in Comunità Capi. I capi che non ritengono di approvare il documento, qualora entrasse comunque in vigore, sono tenuti a sottoscriverlo e ad attenersi ad esso per non creare deleterie spaccature nella gestione del gruppo. Gli eventuali motivi di disaccordo possono essere, su richiesta del capo, allegati al documento stesso. In ogni caso verrà fatto tutto il possibile per arrivare ad una approvazione del documento con il più ampio consenso.
E’ inoltre possibile modificare il documento prima della scadenza, con l’approvazione dei due terzi dei capi censiti.
Fedeltà all’associazione:
Questo documento non può in nessun caso essere in contrasto con i documenti ufficiali AGESCI.
Obiettivi del documento:
Questo documento si propone principalmente di affrontare i punti analisi e mete definiti nel paragrafo “Progetto”, cioé analizzare la realtà attuale, immaginare il futuro e quindi fissare le priorità. Inoltre questo documento sarà il riferimento anche per ciò che riguarda gli altri punti in quanto, anche se sviluppati esternamente ad esso, i documenti relativi verranno qui allegati via via che si svilupperanno.
Progetto EDUCATIVO
Progetto
Per progetto si intende l’individuazione e la pianificazione delle attività future di una qualsiasi organizzazione.
In un progetto si individuano i seguenti componenti fondamentali:
l’analisi della situazione attuale:
la dichiarazione, in breve, delle finalità dell’organizzazione di cui il progetto é strumento; cosa utile é una bibliografia di documenti/testi in cui l’organizzazione si riconosce, o comunque che l’organizzazione ritiene utili per far meglio comprendere agli non appartenenti le proprie finalità, le proprie origini, i propri punti fermi.
la proiezione nel futuro: si tratta di immaginare, in funzione dell’analisi della situazione attuale e delle finalità specifiche dell’associazione, cosa si vuole diventare e cosa si vuole ottenere;
l’individuazione di un numero limitato di priorità, o mete,da perseguire:
le priorità, o mete, individuano dei “filoni” di lavoro che l’organizzazione sceglie di privilegiare per il periodo del progetto; ciò non significa che gli aspetti delle finalità dell’organizzazione che non vengono esplicitamente compresi nelle priorità scelte, debbano considerarsi non perseguibili nel periodo di durata del progetto; ciò che invece si intende é privilegiare esplicitamente gli aspetti scelti.
La concretizzazione di un percorso realizzativo per raggiungere le mete a partire dalla realtà attuale. Questo significa definire obiettivi a medio e breve termine che realizzino parte, o pongano i presupposti per l’attuazione, delle mete prefissate;
per ogni obiettivo, l’individuazione di indicatori che permettano di valutare in ogni momento il grado di realizzazione raggiunto;
l’elaborazione di un programma che permetta di concretizzare un gruppo di obiettivi, in termini di tempi, risorse necessarie;
la verifica dei singoli obiettivi, allo scadere dei tempi previsti per la loro realizzazione.
Finalità e Mete
Le finalità di un’organizzazione sono qualcosa che permette di definire in modo più generale e indipendente possibile, gli scopi di un’organizzazione;
ad. esempio possiamo avere organizzazioni che si dedicano alla commercializzazione e alla vendita di prodotti derivati della soia; altre organizzazioni invece, hanno come finalità l’aiuto ai senza-tetto e alle persone indigenti; altre ancora operano nel campo dell’educazione, con ideali di fratellanza e comunione.
Ciò significa che in ogni periodo storico preso in considerazione, e ogni “elemento operativo” delle succitate organizzazioni, indipendentemente da dove si trovi, cercherà di perseguire le proprie finalità.
Ma é ovvio pensare che la realtà della fine dell’ottocento sia stata molto diversa da quella attuale, e quindi il modo di operare all’epoca sarà stato differente: ad esempio non si poteva contare su strumenti di comunicazione a distanza efficenti e veloci come ora.
Inoltre un ufficio di una delle organizzazioni prese in considerazione, si comporterà presumibilmente in modo diverso se si trova ad operare nel centro di una grande città, oppure su di un territorio quasi deserto con villaggi distanti tra loro 50 chilometri. O ancora: un ufficio in Europa e un ufficio il Thailandia.
Quindi ciascun elemento dell’organizzazione dovrà specificare meglio cosa significano -o meglio come devono essere lette-, nel proprio momento storico e nella propria realtà fisica, le finalità dell’organizzazione.
Inoltre di tutte le letture possibili, e di tutte le sfaccettature ugualmente lecite individuate, delle proprie finalità, bisognerà scegliere quali hanno più probabilità di successo, quali sono improrogabili, su quali é più importante e “remunerativo” investire le proprie energie;
dove anche il guadagno (e quindi il “metro” per poter discriminare) dipenderà dalle finalità della specifica organizzazione:
se commerciale sarà il guadagno di denaro;
se umanitaria, la quantità e la qualità degli interventi operati;
se educativa, il numero degli individui su cui si riesce ad operare, la qualità delle proposta educativa fatta e la qualità del “prodotto finale”, cioé la qualità dell’”uomo” formato.
Intendiamo quindi, con “Priorità” o “Mete” l’attualizzazione delle finalità dell’associazione in modo da adattarle alla realtà particolare di una specifica “entità operativa” dell’organizzazione.
Per fare un esempio: nel caso della nostra associazione, l’AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) le finalità sono riassumibili brevemente in:
• l’educazione di individui dagli 8 ai 21 anni
• utilizzando il metodo scout inventato da Lord Baden Powell of Gilwell
• facendo riferimento ai principi morali e al credo della chiesa Cristiana e Cattolica, in particolare a quella italiana.
Supponiamo di individuare due realtà differenti: un Gruppo, diciamo il Branzi 1°, tipico gruppo di paese, e il Bergamo 1234, gruppo cittadino del centro.
Il gruppo Branzi 1°, per perseguire le finalità dell’associazione, e partendo dall’analisi che:
i ragazzi del paese sono di carattere formato e solido, da montanari, ma poco critico e tendono a prendere per buono quanto dichiarato dall’autorità, sia essa i genitori, autorità politica o religiosa
il paese é molto tradizionalista e chiuso in sè, e i cambiamenti vengono visti in malo modo
decide di fissare le proprie priorità in:
approfondimento critico, con i ragazzi, delle proposte etiche e religiose che vengono loro fatte, allo scopo di chiarire che non sono le uniche possibili, ma solo quelle in cui noi crediamo
far sì che i ragazzi imparino a cercare da sè gli interessi e le informazioni di cui hanno bisogno, abituandoli a far fatica pur di imparare cose nuove.
Il gruppo Bergamo 1234 parte invece dalla seguente analisi:
i ragazzi sono continuamente tempestati di proposte differenti, sia come interessi, sia come ideali. Sono ormai giunti alla conclusione che é megli provare tutto pur di non scegliere nulla. Inoltre sono molto superficiali
sono abituati ad avere tutto senza fatica; un impegno costante in qualcosa é al di sopra delle loro capacità
decide di fissare quindi le proprie priorità in:
abituare i ragazzi a fermarsi di più su di una specifica proposta, approfondondola sino al punto di poter decidere se vale e quanto
trovare il modo di far loro apprezzare il valore delle tradizioni, rivalutando o riscoprendo quelle della realtà in cui vivono. Questo inoltre permette di educarli alla ricerca dei valori non evidenti dell’ambiente sociale che li circonda.
Obiettivo
Per obiettivo si intende:
Un risultato da raggiungere: espresso con cifre numeriche o in termini di comportamento rilevabili; delimitato nel tempo e con una data scadenza.
Ad esempio:
“Fare un giornale” non é un obiettivo ma un’attività, mentre “pubblicare un giornale per genitori ogni 6 mesi” é un obiettivo: “aumentare il numero degli scouts” non é un obiettivo, é un proponimento; “aumentare almeno del 40% il numero dei capi brevettati in un anno” é un obiettivo.” [BMS;1990]
In generale per ogni obiettivo il responsabile
“dovrà prevedere: le tappe da percorrere ( attività, azioni, colloqui, richieste, ed in che ordine ); le risorse necessarie ad ogni tappa ( soldi, persone, luoghi, etc. ); gli indicatori di controllo.” [BMS; 1990]
Gli obiettivi sono la concretizzazione di uno dei possibili percorsi che l’organizzazione si dà per raggiungere le mete fissate.
Esempio:
Riprendendo l’esempio, il gruppo Branzi 1° decide di fissare come obiettivo, per la fine del proprio progetto:
i ragazzi devono arrivare a conoscere, almeno negli aspetti essenziali, i contenuti etici e morali dell’islamismo e dell’induismo; confrontarli infine con quelli del cristianesimo. L’obiettivo concreto é quello di far organizzare loro una giornata di lavori aperta a tutti, per confrontare queste due religioni con la religione cattolica, esclusivamente per gli aspetti etico/morali.
Quest’obiettivo dovrebbe permettere di perseguire entambe le mete in quanto:
i) studiando delle proposte dissimili alla nostra devono riflettere su come il nostro credo é diverso, interrogandosi quindi sulle proprie scelte.
ii) dovendo preparare un seminario per il pubblico, sono obbligati ad organizzarsi e a cercare le informazioni e a crearsi le competenze necessarie.
La scadenza di quest’obiettivo coincide con lo scadere del documento che lo prevede, ed é di tre anni dall’approvazione del documento.
La verifica verrà fatta valutando la qualità dell’incontro organizzato, in termini di chiarezza e completezza, il successo riscosso, il grado di coinvolgimento dei ragazzi nell’attività.
Vengono individuate due linee fondamentali per poter raggiungere efficacemente l’obiettivo:
la conoscenza delle due religioni; le tecniche necessarie per preparare un incontro aperto al pubblico.
Il gruppo procede a definire degli obiettivi intermedi, diciamo annuali, per specificare meglio il lavoro da fare.
Per la conoscenza delle religioni:
il primo anno verrà dedicato alla conoscenza dell’islamismo; vene fissato come obiettivo la stesura di una relazione dal titolo: “L’islamismo oggi: come un credo religioso indirizza i comportamenti etici, morali e civili di popoli diversi”. Tale relazione verrà, dai ragazzi, presentata e illustrata a tutto il gruppo.
il secondo anno ci si dedicherà all’induismo. Ci si pone l’obiettivo di produrre una relazione dal titolo: “Analogie e contrasti tra la morale dei popoli islamici e quella di popoli induisti, alla luce delle due religioni”.
il terzo anno ha come obiettivo, l’obiettivo finale della conferenza; ci si dedicherà a confrontare quanto emerso gli anni precedenti e il cristianesimo e a produrre il materiale necessario alla conferenza
Per ciò che riguarda l’aspetto pratico organizzativo:
il primo anno ci si informerà sulle difficoltà di organizzare un incontro pubblico, arrivando a conoscere i problemi legali ( sicurezza, ordine pubblico, etc.), i problemi relativi alla gestione gruppi numerosi di persone (vitto, alloggio?, etc.), e acquisendo le competenze per risolverli brillantemente. L’obiettivo é di riuscire ad organizzare al campo estivo l’accoglienza per almeno due giorni di tutti i genitori che desiderino venire.
il secondo anno, alla luce dell’esperienza fatta, si progetterà la struttura della conferenza finale, facendone emergere problemi e difficoltà e proponedo varie alternative per risolverli. L’obiettivo é arrivare ad un documento che possa essere il programma nel dettaglio della conferenza, con definizione dei materiali necessarii, delle caratteristiche che dovrà avere il luogo dell’incontro, di quanti e quali persone bisognerà coinvolgere nell’organizzazione.
il terzo anno si dovrà attualizzare quando deciso l’anno precedente, fissando il luogo, reperendo i materiali necessarii, organizzando quindi la conferenza finale.
Tipi di obiettivi:
Rileggiamo criticamente l’esempio appena fatto: si è partiti individuando un obiettivo triennale che permettesse di perseguire ….
Per motivi pratici, individuiamo tre tipi di obiettivi:
L’idea è quella di adottare, a partire dalle priorità fissate, uno schema di progettazione dal generale al particolare, secondo lo schema:
1) per ogni priorità fissata, vengono decisi da uno a tre obiettivi globali, che permettano congiuntamente di raggiungere un aspetto qualitativamente e quantitativamente significativo della priorità. Questi obiettivi globali hanno la stessa durata del progetto e verranno verificati nella revisione finale del progetto stesso.
2) per ogni obiettivo globale vengono definiti da uno a tre percorsi realizzativi che permettano di raggiungerlo; tali percorsi sono composti ciascuno da obiettivi parziali, di durata pari a circa un terzo o un quarto della durata dell’obiettivo globale a cui si riferiscono, e posti in sequenza tra loro, in modo che il punto di partenza del successivo sia la verifica del precedente. Un obiettivo parziale può essere condiviso da più di un percorso realizzativo. Secondo questo schema risulterà che ogni obiettivo globale viene ottenuto tramite il raggiungimento progressivo di tre o quattro obiettivi parziali per ogni percorso realizzativo individuato.
3) Ogni obiettivo parziale viene raggiunto individuando un certo numero di obiettivi a breve, in sequenza o meno, correlati tra loro o indipendenti, tali che i risultati ottenuti nel loro insieme raggiungano i risultati richiesti dall’obiettivo parziale.
Obiettivi globali:
Gli obiettivi dovranno avere una estensione temporale massima di sei mesi e minima di due.
Per ciò che riguarda gli obiettivi fissati per il gruppo, e che richiedano uno sviluppo degli stessi nelle unità, si opererà nel seguente modo:
i capi gruppo proporranno gli obiettivi, e i tempi richiesti, in Comunità Capi per l’approvazione;
dopo l’approvazione, i capi delle unità interessate dovranno stabilire gli obiettivi specifici da raggiungere con i ragazzi, stando nei tempi previsti per gli obiettivi di gruppo;
tutti gli obiettivi definiti per le branche vengono raccolti dai capi gruppo che provvederanno a verificare che si armonizzino tra loro e che, considerati unitariamente, permettano di raggiungere e verificare quanto previsto per il gruppo.
il tutto viene quindi conglobato in un unico documento, presentato alla comunità capi e allegato al presente Progetto Educativo.
Indicatori di controllo:
Con indicatori di controllo si intende:
“dei criteri di valutazione che permettano di misurare fino a che punto sono stati raggiunti gli obiettivi […]”
Gli indicatori “[…] favoriscono la definizione dei risultati da raggiungere a un certo momento, la stesura del programma, la previsione dei mezzi materiali e finanziari;
permettono di sapere ad ogni momento a che punto ci si trova e come si progredisce;
fanno capire – dopo aver messo in evidenza lo scarto fra risultati ottenuti e risultati desiderati – i cambiamenti da introdurre per fare progressi e seguire l’evolversi della situazione;
indicano gli ambiti e i settori in cui i risultati individuali e collettivi dovranno essere migliorati per poter raggiungere obiettivi e priorità (=mete).
I membri di ogni équipe (Comunità, Comitato, Staff ) attraverso gli indicatori possono fare un’autovalutazione permanente e migliorare o cambiare il proprio impegno, senza aspettare la valutazione di fine anno” [BMS ; 1990]
Analisi
La comunità capi ha effettuato un analisi congiunta delle esigenze delle varie branche , prevedendo ed effettuando delle ipotesi di lavoro. Gli strumenti utilizzati hanno dato la possibilità ai capi stessi di focalizzare i propri obiettivi e le proprie visioni, delineando due argomenti principali su cui si è ritenuto importante lavorare. Da precisare che questi temi vengono sviluppati parallelamente e congiuntamente con il progetto di unità e possono essere denominati piu che altro obiettivi di gruppo e di comunità capi. Gli strumenti piu idonei, le modifiche piu adatte per calarle nella realtà di branca e per fonderli con le esigenze delle unità verranno discussi in seguito e approfonditi nei progetti educativi delle singole unità. Di seguito si riportano i risultati della ricerca effettuata a livello di Comunità Capi.
Dai grafici a radar si puo vedere la concentrazione di interesse degli argomenti , sottolineata poi dal picco del grafico a profilo. Negli spaccati per branca si possono vedere le areee di interesse per ogni singola unita, in alcune voci diversi dalle altre unità. Questo strumento quindi serve evidentemente anche ad aiutare l’unità a focalizzare le proprie mete, rendendo noti gli obiettivi principali su cui concentrarsi.
Le voci piu rilevanti , cioè quelle con massima densità di preferenza , vengono poi inserite nei grafici di comunità capi, evidenziando così gli obiettivi principali del gruppo. La Comunità Capi , valutato quindi il risultato ottenuto dallo strumento di analisi, ha deciso di lavorare con attenzione su due obiettivi :
EDUCAZIONE ALL ‘AMBIENTE
GIUBILEO del 2000 (educazione alla Fede)
Branco “Fiore Rosso”
UN PROGETTO PER EDUCARE: MA EDUCARE A COSA?
Come tutti gli anni, anche all’ inizio di quest’ anno i responsabili del Branco Fiore Rosso hanno affrontato il problema di ” a cosa educare i nostri lupetti “, in due parole di stilare un Progetto Educativo che, a partire dalle necessità dei bambini, tracci un itinerario adatto a raggiungere gli obiettivi educativi propostisi attraverso l’ applicazione del metodo scout.
Quest’ anno l’ affare si è complicato un po’ per l’ alto numero di bambini nuovi… ma come si dice: di più saremo insieme, più gioia ci sarà.
Ci è sembrato di individuare due aree principali: quella delle proposte e quella delle emergenze.
Per quanto riguarda le proposte:
L’ anno duemila ci porterà due fatti importanti: l’ inizio del terzo millennio e il Giubileo. Per quanto riguarda il terzo millennio possiamo farci poco: volenti o nolenti ci cafrà addosso, quindi pace. Per quanto riguarda il Giubileo invece ci sembra importante arrivarci preparati. E’ un’ occasione straordinaria da non perdere. ” I pellegrino è una persona che, ad un certo momento, si accorge che altrove c’ è Qualcosa o Qualcuno importante per la sè. Di conseguenza orienta tutta la sua vita per raggiungerlo.” Questa definizione calza a pennello per illustrare come vogliamo prepararci all’ Anno Santo del Giubileo. Calza a pennello perchè richiede persone ( e quindi formazione del carattere dei bambini ), che si accorgono di esseremancanti di qualcosa e lo cercano ( e quindi sono attenti a cosa succede intorno, con le orecchie attente e tese ), che si orientano tutti interi ( quindi che sono integri, poco disponibili ai compromessi che sviliscono la vita ). C’ è in questa definizione una serie di richiami al Vangelo che ci ha affascinato. L’ obiettivo quindi sarà di diventare PELLEGRINI, per poter essere pronti, dato che ” non si sa nè il giorno, nè l’ ora “.
Da molte parti il tema dell’ ambiente viene riproposto a getto continuo. A noi la parola ambientenon piace molto, preferiamo parlare di natura, oppure di creato. Gli scout vivono nella natura, luogo privilegiato delle loro attività, ma nel corso degli anni abbiamo perso il rapporto diretto con questo mondo, sostituendolo con uno più falso, virtuale. Vogliamo insegnare ai bambini a vedere in un prato, un fiore, un albero, un canto di uccello qualcosa di irripetibile che ci testimonia la bontà di Dio Creatore. Solo così, siamo convinti, nascerà e crescerà un rispetto per la natura fondato sul rispetto e non sulla moda del momento.
Lo scopo finale del gioco degli scout è di aiutare ciascuno a trovare la sua strada nel mondo: in una parola a capire la sua vocazione. Ma, se lo scopo è per tutti di essere felici, le strade per realizzarlo sono tante: il lavoro, lo studio, il matrimonio, il servizio sacerdotale o religioso… A fianco dell’ attenzione alla scuola, quest’ anno vogliamo prestare maggiore attenzione a quegli appuntamenti che la Chiesa offre per ricordare che Dio chiama ancora operai nella Sua vigna.
Per quanto riguarda le emergenze:
L’ anno scorso abbiamo cominciato col fumo, richiamando l’ attenzione dei bambini sulle conseguenze di questo vizio. Continueremo, allo scopo di consolidare una sana prevenzione basata sul convincimento, ma un’ altro mostro si aggira nell’ aria: il pedofilo non non esce di casa solo con la luna piena, ma potrebbe essere dovunque. Vogliamo abituare i bambini a tenere gli occhi aperti, attenti alle anomalie e pronti alle emergenze.
Ovviamente questi obiettivi saranno perseguiti attraverso il metodo scout, quindi giocando e riflettendo, facendo e ragionando, sempre convinti che:
se ascolto, dimentico
se vedo, ricordo
se faccio, imparo.
Educazione alla Fede e Giubileo
ANALISI:I lupetti e le lupette vengono da tutte famiglie cattoliche e praticanti. Un lupetto ha mamma cattolica e padre di altra religione, ma viene incoraggiato alla feda cristiana cattolica.
Le famiglie si aspettano un’ attenzione alla catechesi. La comunità parrocchiale si aspetta che il Branco sia un aspetto della sua attenzione educativa, quindi sia inserito in un progetto comune.
META: Giubileo.
OBIETTIVI FINALI: 98-99 farsi pellegrini
99-00 Anno Santo.
STRUMENTI: scoperta della spiritualità popolare usando come mete per caccie i Santuari Mariani e partecipando a vario titolo ai pellegrinaggi ( Es: a maggio alle Ghiaie ). In varie occasioni di gioco incontreremo dei personaggi ” pellegrinanti ” che ci aiuteranno a scoprire il senso di ” essere pellegrini “.
Natura:
ANALISI: voglia di scoprire gioiosa sorpresa ed entusiasmo negli ” assaggi” che abbiamo già fatto ( Campo Invernale, stelle, VdB )
META: conoscenza e curiosità per la natura. Rispetto della natura.
Obiettivi Finali: Una giornata di osservazione natura alla VdB, conoscenza comprensione dei meccanismi di riciclaggio rifiuti.
Strumenti: Caccie natura, bird watching, attenzione alla produzione di rifiuti in tana e alle caccie.
Specialità, e giochi di osservazione sulla natura.
Vocazione
Analisi: Lo scopo dello S. È di aiutare a scoprire la propria strada. Gesù ci vuole felici, per questo ci chiama a realizzare il Suo progetto su di noi. L’ occasione di avere Baloo.
Meta: Proporre le diverse vocazioni in termini comprensibili ai L/C.
Obiettivi: Conoscere chi ha scelto strade diverse dalle solite per aiutare gli altri.
Strumenti: attenzione al Vangelo, alle ricorrenze proposte ( Missioni, Seminario, Ordinazioni sacerdotali…) attraverso il gioco e le riflessioni. L’ incontro con le persone diventa occasione di mettere a fuoco il proprio cammino.
Emergenze
Analisi: alcuni compagni di classe dei nostri L/C hanno già fatto esperienza col fumo. Alcune persone hanno provato a dare fastidio a ragazzini e ragazzine di 4- 5 elementare e 1 media.
Obiettivo: rendere coscienti dei rischi del fumo, rendere capaci di non essere presi alla sprovvista dai malintenzionati.
Strumenti: per il fumo vari giochi di esperienza sulle conseguenze
Per i malintenzionati giochi di osservazione e deduzione: insegnare ad evitare di infilarsi nei vicoli ciechi, tenendo gli occhi aperti per non essere presi di sorpresa. Es: imparare a pedinare un personaggio che si traveste, ad essere pedinati da qualcuno che non si conosce, a seguire i percorsi tracce, i giochi usano messaggi cifrati per abituare alla deduzione…
BRANCO “cigno”
Analisi quantitativa:
Siamo in 31 di cui 14 F. e 17 M. così suddivisi:
N° 1 lupetto del quarto anno di branco
N° 6 lupetti del terzo anno di branco
N° 8 lupetti del secondo anno di branco
N° 16 cuccioli.
N.B.: i lupetti che passeranno in reparto sono 10.
Siamo dislocati un po’ dappertutto, sia sul comune di Dalmine sia in quelli limitrofi, e precisamente:
N° 16 da Dalmine
N° 2 da Sforzatica S. Andrea
N° 4 da Sforzatica S. Maria
N° 2 da Osio Sopra
N° 1 da Sabbio
N° 1 da Brembo
N° 2 da Stezzano
N° 1 da Bergamo (caso particolare)
N° 2 da Guzzanica.
Analisi qualitativa:
Secondo la staff il ceto sociale è medio con alcune eccezioni già individuate e opportunamente considerate.
E’ nostra opinione, e non un fatto certo, poiché più della metà del branco è formata da cuccioli e lo abbiamo visti solo poche volte.
(Problemi) Attenzioni:
In (fortunatamente) pochissimi casi la famiglia non è “classica” e vale a dire manca un genitore o il rapporto famigliare non è dei più felici;
Sono quasi tutti iperimpegnati: il calcio, il piano, lo judo, …
Opportunità:
Il branco è formato da molte realtà:
Multiparrocchiale anche al di fuori di Dalmine;
C’è un ragazzo con problemi psicomotori (Emanuele);
Ci sono due cuccioli adottati di cui una dal Brasile e uno dalla Colombia.
PROGETTO E PROGRAMMA
Meta: Rendere l’ingresso dei cuccioli il meno traumatico possibile.
Obiettivi:
Fare almeno un’attività con il branco “vecchio” ed una con i nuovi cuccioli, separatamente;
Utilizzare un grande gioco giungla per l’inserimento definitivo dei cuccioli;
Prevedere una prima parte dell’anno in cui si lavorerà separati, + o – fino a Natale.
Meta: Continuare il lavoro dell’anno scorso sull’abilità manuale.
Obiettivi:
Con i cuccioli (separatamente) preparare un regalo di Natale per il resto del branco;
Con i lupetti migliorare la tana, migliorando e aggiungendo materiale che ci serve: 2 nuove panche… ripitturare i tavoli…;
Far preparare a casa ai lupetti un regalo inventato e costruito da loro per i cuccioli.
Meta: Stimolare l’attenzione del branco verso i cuccioli e viceversa.
Obiettivi:
Regali di Natale;
Inserire nelle progressioni personale dei lupetti un cucciolo da seguire.
Meta: Educazione all’ambiente.
Obiettivi:
Partecipare all’evento di zona;
Fare attività nella natura e con la natura.
Meta: Crescita spirituale.
Obiettivi:
Prepararsi all’avvento: racconti e impegni per il Natale;
Continuare il “pellegrinaggio” nelle chiese della nostra città e anche fuori: com’è la messa dei ragazzi?
Prepararsi alla Pasqua: …;
Cominciare a capire che cos’è il Giubileo e cosa comporta per noi: io cosa posso fare?… come mi tocca?…;
Meta: Espressione- il canto.
Obiettivi:
Come si fa a cantare?
“Canzoniere” ovvero le 4 o 5 canzoni che ci piace cantare saranno preparate per noi dal C.d.A.;
“Canzoniere 2” ovvero ognuno di noi avrà molte canzoni sul Q.d.C.;
Cantiamo insieme;
Imparare alcune canzoni a memoria.
CONSIGLIO DEGLI ANZIANI
Meta: Salita al reparto.
Obiettivi:
Lavorare con il C.d.A. del Fiore Rosso: loro sono pochi… finiranno nello stesso reparto…;
Prima fare comunità poiché sono tanti (10).
Inoltre portare avanti il programma del branco proponendo attività più adatte alla loro età.
OBIETTIVI DELLA STAFF
Portare avanti la progressione personale;
Creare l’aspettativa per il reparto (C.d.A.);
Piccole Orme (C.d.A.);
Rendere meno traumatico possibile il passaggio del C.d.A. e il cambio dell’Akela;
Migliorare il modo di preparare a presentare le specialità.
Reparto femminile e maschile
ANALISI DELLA REALTA’
Il reparto e’ composto da 15 ragazze e 18 ragazzi prevalentemente del primo anno ( che hanno da poco concluso l’esperienza di branca L/C ).
Provengono dalle diverse parrocchie di Dalmine e qualcuno da parrocchie esterne ( Curno, Stezzano, Osio Sopra ) e nel loro cammino di fede i ragazzi del reparto possono essere divisi in due categorie : i piccoli che partecipano alle attività della loro parrocchia e si sentono parte integrante della comunità mentre i più grandi sono particolarmente lontani da qualsiasi proposta di fede.
Leggiamo quindi l’esigenza di partire da livelli piuttosto elementari evitando di far apparire la preghiera come la ” ripetizione mnemonica di frasi poco sentite”.
Nella squadriglia non viene rispettata la verticalità in quanto i ragazzi del 2-3 anno sono pochi ciò comporta una difficoltà oggettiva al trapasso delle nozioni di base. Le squadriglie sono inoltre poco numerose, in particolare, nel reparto femminile. Questo può essere letto come uno stimolo per l’affiatamento dei ragazzi nella squ. ma pone delle difficoltà nella realizzazione di attività ( si rischia, ad esempio, di andare in uscita con squadriglie di due elementi qualora qualche ragazzo non potesse partecipare alle attività ).
La mancanza di competenza da parte dei capi e vice capi squadriglia ( che si può rilevare anche dall’esiguo numero di specialità e brevetti ) rende molto difficile proporre attività se non quelle di reparto.
Il poco coinvolgimento dei più grandi può influenzare negativamente anche i nuovi entrati quindi si avverte l’esigenza di creare attività che mirino a fornire loro strumenti che li rendano da un lato competenti nel gestire la squ. e dall’altro consci dell’importanza del loro esempio.
Un altra problematica riscontrata in reparto e’ la difficoltà di gestire correttamente il materiale di squ. che, essendo già abbastanza fatiscente, necessita’ di tutte le attenzioni e premure del caso.
Il reparto femminile risulta essere più aperto nell’accettare le nuove arrivate, creando così un buon affiatamento e organizzazione all’interno della squadriglia.
Il reparto maschile invece e’ disorganizzato anche a causa dei problemi scolastici che affliggono i capi squ.
L’alta squ. ci ha fatto notare la mancanza di rispetto dei piccoli verso di loro.
Alla stessa stregua va notato però che anche i più grandi tendono a essere troppo confidenziali con noi capi ( manca quindi ai piccoli l’esempio concreto di cosa sia il rispetto per i più grandi , per i ruoli che essi hanno e a volte il messaggio che l’alta squ. trasmette e’ la maleducazione).
Risulta pertanto necessario agire in prima battuta sui grandi perché essi, supportati da noi e da una loro condotta corretta, possano diventare per i piccoli veri trascinatori.
Considerando la nostra situazione iniziale, le mete che vogliamo raggiungere nel corso dei tre anni, cominciando subito , sono:
CREARE IDENTITA’ DI REPARTO in modo che ciascuno si senta parte del gruppo , senta la propria importanza all’’nterno di esso , sia libero di esprimersi e di rapportarsi con gli altri.
VIVERE E CONOSCERE LO STILE E LE TECNICHE SCOUT per rendersi conto dell’esperienza che stiamo vivendo.
APRIRSI AGLI ALTRI e vedere che “non ci siamo solo noi” ma che facciamo parte di un gruppo piu ampio
EDUCARE ALL’AMBIENTE come risposta al progetto di zona, per rendere i ragazzi consapevoli di cambiamenti ambientali causati dall’uomo e come rispondere.
FORMAZIONI DI CAPI E DI VICE per quest’anno miriamo a creare un gruppo d’alta Sq. , affiatato in grado di animare il Reparto proponendosi in prima persona con la voglia di fare e di divertirsi verso gli altri ragazzi. Per l’anno venturo mirare di più al capo come responsabile della Sq., in un’ottica che punti più sulle Sq. Che sul Reparto.
CAMMINO DI FEDE far vivere lo spazio di preghiera non come momento di noia o di difficile comprensione e quindi inutile , ma rivalutarne l’aspetto gioioso e divertente. Vorremmo puntare quest’anno piu che alla preghiera di Reparto , alla Progressione Personale, momento nel quale abbiamo un contatto più profondo con i ragazzi. IL tema principale sarà l’IMPEGNO.
Per ottenere tutto questo , i mezzi che useremo sono:
Proporre attività di reparto piuttosto che di Sq. , lavorare tramite fasce di età ma finalizzate ad un lavoro organico di Reparto. Giocare insieme.
Tramite i gruppi a fasce d’età fare attività d’apprendimento delle tecniche. Rilanciare il canto. Insegnare e analizzare Legge e Promessa per i piu piccoli.
Partecipare alle Attività di San Giorgio e Torneo di Roverino di Reparto.
Sensibilizzare i ragazzi alla raccolta differenziata ( dopo il C.I) e informarli anche con l’eventuale ausilio di cartelloni didattici.
Proporre attività d’alta sq. Di puro divertimento per unirli anche fuori dell’attività Scout. Far preparare alcuni momenti dei campi (invernali ed estivi).
Lavorare per metà anno con la nostra guida: racconti con morale finale abbinati a brani del Vangelo . Nella seconda metà lavorare di piu con i ragazzi e far preparare a loro i momenti di preghiera comune.
Noviziato
Il Noviziato è formato da due novizi, una Novizia e dai maestri dei Novizi/e.
provengono da verie Parrocchie del comune di Dalmine. Solo uno lavora, mentre gli altri studiano.
Hanno tutti uno o due fratelli/sorelle.Ceto famigliare medio.
Non hanno occupazioni perticolari oltre gli scout e la scuola/lavoro.
L’impressione iniziale è stata abbastanza positiva : voglia di provare la nuova esperienza. Ultimamente un Novizio ha deciso di uscire per problemi di lavoro e una novizia per scelta personale.
Il Noviziato è visto come gruppo d’amici che si ritrova periodicamente : è bello ritrovarsi ma non chiedetemi di impegnarmi in qualche cosa.
Si nota poco rispetto per gli altri e per gli impegni presi , poca voglia di mettersi in gioco ; Non vi è inventiva o voglia di proporre.
Per questi motivi non vogliamo rimanere chiusi nel nostro piccolo gruppo, ma lavorare con Comunità , fortemente motivate, che possano essere loro di esempio e che possano far accorgere che non vi è un solo modo di vivere lo scoutismo.
La Strada fisica interessa un po solo i ragazzi ; Per la “Strada”, come percorso personale, non sono molto disponibili :sono, infatti , poco accettate osservazioni o critiche costruttive.
Il Servizio è ancora da sperimentare e secondo noi è un qualche cosa che puo farli crescere come Comunità e dare loro la motivazione di ciò che stanno facendo.
Solo due frequentano regolarmente l’oratorio e vanno in Chiesa.
Vi è poco interesse.Non riescono ad andare oltre il “ci credo”, l’importante è che non si richieda impegno.
Vogliamo lavorare sul senso del pregare per farli arrivare a proporre preghiere spontanee.partecipiamo all’attività organizzata dal c/f “Il Progetto di Dio su ognuno di noi”.
Per quanto riguarda l’educazione all’ambiente proposta dalla zona, il nostro impegno sarà rivolto verso la partecipazione all’ evento organizzato dalla zona stessa, alla possibilità di partecipare ad attività proposte sul territorio di sensibilizzazione al problema, ai luoghi che utilizziamo per le nostre attività.
META : Comunità Educativa
OBIETTIVO : Comunità
STRUMENTI :
Riunioni conviviali
Incarichi reali
Decidere insieme cosa fare
Lavorare con una comunità che abbia molto entusiasmo per ciò che fa ; (si è tentato un’esperienza con il Noviziato del Bonate ma non è riuscita, Stiamo progettando un maggior rapporto con il C/F).
OBIETTIVO : Allargare il nostro orizzonte al di fuori del piccolo gruppo
STRUMENTI :
Giornate dello Spirito
Evento di zona
META : Il servizio (sperimentarlo) : servizio impegnativo che unisca e che dia il senso di quello che stanno facendo ;
Servizio come dono agli altri e come occasione di gruppo.
STRUMENTI :
Animazione in Branco, se a loro è utile, anche come senso di appartenenza ad un gruppo
Servizio presso associazioni come Centro Fior di Cristallo o Cooperativa della Solidarietà
META : Strada
STRUMENTI :
Attività in bicicletta
Introduzione alla ” Correzione Fraterna ” iniziando dal dialogo personale
Conoscenza della carta di C/F
META : Fede
OBIETTIVO : La preghiera
STRUMENTI :
Fare leggere a loro le Preghiere
leggere in chiesa durante le attività
Usare il canto per pregare
Preghiere spontanee
OBIETTIVO : Capire il senso della loro Fede
Attività organizzata dal C/F “il progetto di Dio su ognuno di noi”
Giornate dello Spirito
Preparazione al Giubileo
Comunità R/S
Il C/F è formato da 11 ragazzi così suddivisi :
si preparano a prendere la partenza :
1 al 5° anno
2 al 4° anno
poi
1 al 3° anno
4 al 2° anno
1 ragazzo non vedente al 1° anno
per quanto riguarda la scuola e il lavoro :
3 ragazzi frequentano l’università
1 ragazza frequenta una scuola per operatori sociali
3 ragazze le superiori
1 ragazza diplomata in una scuola professionale in cerca di lavoro
2 ragzzi lavorano (uno ha terminato gli studi con le medie)
Il ragazzo non vedente frequentava le magistrali, poi per incomprensioni con i professori e i compagni ha interrotto gli studi. Ora studia pianoforte con un maestro anchesso non vedente.
Si tratta di ragazzi che cercano il piu posssibile di non pesare economicamente sulla famiglia ; c’è infatti la tendenza a cercare dei lavori da svolgere il sabato e la Domenica o lavori estivi. Questo penalizza però il servizio associativo.
Provengono dalle diverse parrocchie di Dalmine , ma nessuno di loro è impegnato in questo ambito.
Si tratta di un gruppoi molto unito , partecipe alle attività e propositivo ( soprattutto i piu grandi). C’è una notevole attenzione agli altri, Daniele si è sentito subito inserito ed acettato .
L’insegnamento dello scoutismo che sentono maggiormente proprio è il servizio che svolgono anche piu spesso di quello che viene loro richiesto. Comunque riconoscono il valore della strada e della comunità ( particolarmente come condivisione). Per ciò che riguarda la fede sono a punti diversi del cammino, ma sono comunque pronti alla discussione e al confronto.
META : Formare persone che sanno scegliere.
OBIETTIVO : Riscoprire il valore della partenza e della carta di C/F
Questa esigenza gia sottolineata lo scorso anno ( carta di C/F riscritta) è dovuta al fatto che la partenza e firma della carta sono viste come “calate dall’ alto” e come scelte di persone ormai “arrivate”.
Vorremo riuscire a far cogliere ai ragazzi l’importanza di questi piccoli passi per arrivare alla formazione di persone adulte in grado di fare delle scelte ed assumersi le responsabilità derivanti.
STRUMENTI :
parlare della carta di C/F
spiegare a tutti le scelte della propria firma
chiedere ai ragazzi di preparare una cerimonia personalizzata per la propria firma
spiegare la partenza , facendo partecipe il C/F al cammino dei partenti
progressione personale
META : Crescita di Fede
OBIETTIVO : Riscoprire Dio come Padre
STRUMENTI :
lavoro sul tema “Il disegno di Dio su ognuno di noi”, chiesto da loro. Saràil lavoro principale dell’ anno, fino alla route estiva.
Fino al CI preghiere preparate a coppie (confronto)
Al Ci lancio di “Dio ci vuole uomini o burattini” e successivo lavoro secondo le modalità del capitolo. Utilizzeremo come filo conduttore la favola di Pinocchio, ricorrendo anche ad interventi esterni, realizzando poi qualche cosa di concreto al termine (musical ?)
META : Crescita personale (attraverso la strada)
OBIETTIVI :
strada come mezzo di attenzione all’altro
strada come essenzialità
STRUMENTI :
uscite dove ci sia sempre un po di strada
Figura di S. Francesco
Route estiva di strada
Parlare della libertà di scelta : piu ho piu è difficile scegliere ed attribuirgli il giusto valore
Durante l’anno cercheremo di parlare anche di :
Apertura sul mondo : Amnesty International, Campagne di Sensibilizzazione sugli sfruttamenti…..
Educazione all’ambiente : evento di zona
Giubileo 2000
Per questi temi non sono ancora state discusse però le modalità d’opera.
IL JAMBOREE DELLE IDEE
Lettura guidata del Progetto Educativo
Realizzare un capitolo iniziale che suggerisca una lettura guidata del documento, in funzione degli interesse e delle competenze del lettore.
Ad. esempio, per un genitore si può suggerire la sola lettura dell’analisi e delle considerazioni sull’unità del figlio e le relative mete.
Per un operatore sociale con cui si collabora, si può suggerire la lettura della sola analisi della realtà esterna e relative considerazioni.
Per un rover/scolta in servizio può essere utile l’introduzione, la parte sul progetto e la parte relativa all’unità in cui serve.
Dizionario di “scoutese”
E’ particolarmente utile la realizzazione di un appendice contenente i termini e le sigle utilizzate nella nostra associazione.
Per chi scout non é: in modo da rendere comprensibile ciò che spesso é sentito solo come discorso da loggia massonica segreta.
Per chi scout é o é stato: in modo da avere un riferimento comune per intenderci quando parliamo e quindi rendere più efficaci le discussioni, dove spesso ci si accalora accorgendoci poi che si dicono le stesse cose.
Le appendici
E’ necessario inventare un sistema efficente ed efficace di appendici a questo documento; infatti, poichè il Progetto Educativo é l’unico documento ufficiale ed essenziale ad un gruppo, quale miglior luogo di riferimento, archiviazione e consultazione per tutto ciò che riguarda il gruppo stesso ?
Ad. es. per documentazione di attività realizzate, programmi e verifiche delle unità, verbali della Comunità Capi, idee e osservazioni dei capi, etc., etc. .
Archivio di gruppo
Bisogna raccogliere ed ordinare più materiale possibile riguardo al gruppo, e farlo diventare di proprietà del gruppo: fotografie, documenti, programmi e tutto il materiale utilizzato e prodotto dalle staffs durante un anno, etc.
In seconda istanza, bisogna far sì che tale materiale diventi di facile ed efficace consultazione ed utilizzo, in modo da avere un miniera di idee ed esperienze da cui attingere nel nostro servizio quotidiano.
Tracciamento delle attività
E’ utile inventarsi un sistema unico e comodo per tutte le unità, per riuscire a documentare più possibile delle attività e delle esperienze vissute.
Vocazioni
Il nostro scopo fondamentale, come educatori, é quello di crescere uomini che sappiano perseguire la propria vera felicità e realizzazione in questo mondo.
Perché non riusciamo a proporre, come strada verso la felicità, anche il sacerdozio, scelta pesante e difficile – forse -, ma sicuramente almeno altrettanto valida rispetto a quella usuale ?
Il Jamboree delle idee
Nella considerazione che la stragrande maggioranza delle idee che hanno i capi, non vengono relizzate e vanno irrimediabilmente perse, si suggerisce di realizzare un modulo da distribuire a tutti, dove ognuno possa registrare le proprie idee e/o i propri suggerimenti. Tali moduli dovrebbero poi giungere ad un coordinatore che, dopo averli inquadrati in filoni specifici – ad. es. : attività, autofinanziamento, passaggi, educazione edtc. – li archivii. In tale modo, con oppurtuni indici di consultazione, si potrebbe realizzare un archivio di idee da cui attingere.
BIBLIOGRAFIA
[ BMS; 1990 ] Management Info; pubblicazione del Bureau Mondiale dello Scoutismo, Ginevra 1990.
Tratto da : “SCOUT: Proposta Educativa”, n° 31, 28 Settembre 1991