Vado da Don”, “Chiamo Don”, “Parlo con Don”. Questo semplice ed umile predicato d’onore, anche pronunciato da solo, a San Vito aveva il volto di Don Giuseppe. Tutti lo conoscevano come “Don” e non c’era effettivamente bisogno di esplicitare il nome, in quanto si sapeva: era lui, non un prete qualunque!
Uomo estremamente colto, pacato e razionale, sapeva ascoltare ma amava avere l’ultima parola. Era Don! Sempre pronto a dare una mano, sempre in prima linea per stare al fianco della sua comunità, con cui ha visto nascere e fiorire diverse associazioni grazie al suo impegno e alla sua volontà.
Infatti, proprio grazie a lui, intorno agli anni 90 nacque il gruppo Scout di San Vito, una realtà che diede la possibilità a tantissimi ragazzi di avere uno spazio e un ambiente educativo importante per la piccola comunità di campagna. È qui che Don ha vissuto diverse avventure, sempre vicino ai suoi fratellini, ai suoi squadriglieri, ai suoi ragazzi del clan e ai suoi capi. Ha vissuto al fianco di varie generazioni scout, diventando per qualcuno un fratello, per molti un padre, e per tanti altri, specialmente negli ultimi anni, un nonno, avendo con ognuno un rapporto personale e unico.
Durante gli anni scout, se lo cercavi per un aiuto, c’era sempre: durante l’anno in sede, per dare un supporto alla staff per la catechesi, durante i campi estivi, dove si ritagliava un tempo per parlare, confessare e far compagnia ai ragazzi, durante le riunioni di Staff, per accertarsi che tutto filasse liscio. Non è voluto mancare nemmeno quando si è fatto il Campo in Svizzera. Anche quest’estate, pur stando male fisicamente, non si è tirato indietro e ha raggiunto il reparto al campo, quasi consapevole che sarebbe stata la sua ultima occasione di vivere quelle avventure.
Per la nostra comunità scout, Don ha insegnato con l’esempio la fiducia in se stessi, il coraggio di andare sempre avanti, anche quando non pensi di essere in grado e di averne le competenze, perché c’è comunque Chi si prende cura di te, a procedere a piccoli passi e non essere impazienti; ha insegnato l’umiltà e anche l’accettare il proprio orgoglio. Semplicemente era un uomo, un grande uomo e per questo lo ringraziamo.
Ciao Don, alla prossima scalata.