Che cosa è un’uscita di squadriglia? E cosa, di un’uscita di squadriglia, suscita la preoccupazione più sincera di una madre? Bene, proverò a spiegarvelo dal punto di vista di una capo Squadriglia che ha vissuto questa esperienza più di una volta, sia come squadrigliera, sia come capo.
Allora, come ben sapete, nella vita di Reparto, nell’attività di Reparto, vengono fatte periodicamente delle uscite, che, generalmente, hanno uno scopo diverso dal semplice divertimento, in quanto servono a portare a compimento un qualche progetto che il Reparto ha in cantiere, vuoi che sia un’impresa, vuoi che siano promesse da far fare ai novizi.
La Squadriglia, altra nozione di cui sarete certamente in possesso, è una parte fondamentale del reparto, non solo come unità su cui tutta la Branca si appoggia, ma anche come ruolo nel cuore e nella mente dello Scout.
Ebbene. Un’uscita di squadriglia. Che cos’è? E’ esattamente come un’uscita di Reparto, ma alla quale prendono parte solo i membri di quella squadriglia, che viene organizzata dal capo squadriglia (ovviamente in collaborazione con tutta la Staff di Reparto) e che permette alla squadriglia di avere del tempo per sé in modo da poter gestire le attività e i progetti su cui si sta concentrando.
Parlando come una che è al termine del Reparto, ho una brutta notizia da dare a tutti gli Scout: vostra mamma non smetterà mai di farsi i filmini più catastrofici su tutto quello che potrebbe avvenirvi durante un’uscita di squadriglia. Ma, signore, state pure tranquille che quello che ci fanno fare è approvato in tutto e per tutto dai capi Reparto, che non ci lascerebbero mai fare qualcosa di troppo fuori dagli schemi o troppo pericoloso.
Le uscite di squadriglia che ho vissuto negli ultimi due anni, parlerò di queste perché ne ho ricordi più vividi, possono essere due buoni esempi di come generalmente la cosa si svolge.
La progettazione dell’uscita avviene in Con.Ca. dove ogni minuto della giornata viene progettato, dal “allora, avete deciso se andate in pullman o vi portano i genitori?” a “mi raccomando, non scordatevi di comprare qualcosa da mangiare”. Quindi, non temete che i vostri bambini siano in mani di persone inesperte e non istruite sul da farsi, ce lo spiegano abbondantemente bene.
Poi, la squadriglia viene messa al corrente del programma delle attività dell’uscita, avendo modo così di organizzarsi a sua volta per i propri progetti, anche perché, ripeto, si tratta di un’occasione per portare a termine cose che avevamo già intenzione di fare. Ad esempio, in entrambe le due uscite di cui voglio parlarvi, abbiamo terminato la progettazione della nostra impresa per quell’anno.
Quest’anno, in Con.Ca abbiamo lavorato molto sulla progettazione delle uscite di squadriglia ed è stato un lavoro molto interessante e anche faticoso, ma soprattutto illuminante. Ho infatti capito come, più o meno, sia organizzare un’uscita, quale sia la fatica e la difficoltà del mettersi in contatto con i posti in cui essere ospitati, cercando di trovarne di adatti alle esigenze dell’attività, di provare a far combaciare in modo comodo gli orari dei mezzi di trasporto tra loro, in modo da non partire troppo tardi o spendere la maggior parte del tempo sull’autobus. Siamo stati noi Capi Squadriglia infatti a gestire quasi per intero la cosa, ad eccezione del fatto che eravamo quasi completamente controllati dai Capi Reparto. Nel periodo immediatamente precedente a quest’uscita, ho davvero imparato a organizzare le cose anche per gli altri e non solo per me, a relazionarmi con persone che hanno più esperienze di me per prendere accordi, e anche a fidarmi più di me stessa. So che può sembrare strano, in effetti, ma è un bel salto quello tra partecipare ad un’uscita preparata da altri per te e preparare un’uscita per gli altri e per sé: anche il risultato finale è più appagante.
Per decidere cosa fare durante i due giorni dell’uscita, non resta che fare un elenco delle cose che servono per concludere il nostro “progetto” e organizzarsi con la squadriglia. La mia, di squadriglie, ad esempio, è stata contentissima di aiutarmi a preparare il programma delle attività da dare ai nostri Capi Reparto. Una volta che avrete un programma, sarà tutto molto più tranquillo, cosa fare, in che ordine farlo, tranquillizzare i genitori degli squadriglieri con “Tranquilli, dobbiamo fare questo, e questo, e questo”.
Non dobbiamo, tuttavia, pensare che sia una due-giorni di attività intensa e psicologicamente stressante, perché alla base di un’uscita di squadriglia resta comunque il divertimento e la condivisione del tempo tra noi.
Come ci è stato detto in Con.Ca (e probabilmente è un discorso che non è stato fatto solo a noi) “l’uscita di squadriglia è un’occasione fondamentale per costruire le fondamenta di quella che sarà la vostra squadriglia durante il campo estivo”. E’ del tutto vero, infatti sono le situazioni come questa, quelle in cui si impara a gestire le esigenze di tutte/i, a capire le potenzialità di ognuno e a metterle a frutto nel migliore dei modi, a scoprire nuovi modi di divertirsi e stare bene assieme.
Vi dico questo, perché, purtroppo e per fortuna, quando si è con tutto il Reparto abbiamo poco tempo di stare “esclusivamente” con la squadriglia, a parte quando si è in tenda prima di addormentarsi, e questo è indubbiamente un bene. Ma, anche trascorrere del tempo con la propria squadriglia rinforza certo i legami tra i membri della stessa.
Al mio terzo anno, in cui ero Vice, siamo andate con l’autobus a Fucecchio, dove, accolte dal gruppo scout locale, abbiamo speso i due giorni dell’uscita a mettere a punto i giochi da proporre a tutto il nostro gruppo per l’impresa di Olympia che avevamo progettato e che consisteva nel preparare una giornata di animazione sportiva per tutto il gruppo. Quest’anno, invece, abbiamo fatto Bird Watching per mezza giornata e poi abbiamo fatto una presentazione sugli uccelli palustri per il Reparto, per l’impresa di Naturalista che consisteva nell’andare in seguito su un lago a fare, appunto, avvistamento. Entrambe le volte ci siamo concentrate per qualche ora sulle imprese, ma abbiamo anche avuto tanto tempo per divertirci, quindi, e questo vorrei che lo notassero gli altri scout, non si deve vivere l’uscita di squadriglia come un dovere e come un compito per casa da fare per i capi, ma come un bel momento per fare una cosa tutti insieme.
A volte sono anche i capi stessi a darci qualcosa in più da fare, se sembra che il programma sia troppo poco pieno, ma, anche in questo caso, il divertimento resta al centro della nostra giornata. Non è infatti come un’uscita normale, è più come fare un pigiama party di squadriglia fuori sede con una missione da svolgere.
Potremmo effettivamente considerare un’uscita di squadriglia come una grande impresa fatta dai Capi squadriglia insieme alla Staff. Quindi, come ogni impresa, ha una progettazione, una divisione dei posti d’azione, una messa in pratica e una verifica. Quest’ultima parte è un po’ la spina nel fianco della situazione, però. Infatti, vengono alla luce tutti i disastri che abbiamo combinato nell’organizzazione, ad esempio aver pensato che al ritorno la domenica esistessero dei pullman, non aver considerato che alcuni servizi erano stati sospesi per manutenzione della strada, aver calcolato male quanti soldi potessero servirci, tutti errori che non condizionano la riuscita dell’uscita, ma che, comunque, devono essere valutati per poterne trarre un buon insegnamento. Una parte divertentissima della verifica, però, è la condivisione con tutto il Reparto di quanto è stato fatto. Noi, generalmente, ci mostriamo le foto che abbiamo scattato, appendiamo i cartelloni ai quali abbiamo lavorato, spieghiamo cosa abbiamo fatto e perché.
Dunque, per concludere, un’uscita di squadriglia è una bellissima occasione per imparare a stare insieme in squadriglia, a gestire il proprio potenziale e a divertirsi imparando qualcosa. Quindi, mamme di tutti gli scout, adesso che avete capito, per piacere, state tranquille, se vi fidate dei Capi squadriglia, è un’esperienza irripetibile e utilissima.