Correva l’anno…
Correva l’anno 1922 ed era il mese di ottobre, quando in quel di Carpenedo, allora borgo rurale, Attilio Fiozzo e il cappellano Don Giovanni Patrizio decidono di fondare un gruppo Scout, il “Riparto Carpenedo 1 – San Giorgio”. Da subito il gruppo comincia le attività e si amplia, fino a quando nel 1927 il regime fascista mette al bando tutte le associazioni, compreso lo scoutismo.
Così tutte le esperienze e le idee vengono letteralmente messe in soffitta da Attilio, che però continua a approfondire la conoscenza del metodo, confrontandosi con altri che avevano vissuto le stesse esperienze anche in zone diverse e il 10 luglio del 1945 è pronto per la rinascita del gruppo, aiutato anche da un ufficiale inglese di stanza in zona (sir John). Si passa dall’iniziale fazzolettone rosa con il bordo celeste (unici colori reperiti in tempi di ristrettezze economiche post belliche) ai colori attuali, blu con il bordo rosso. La sede è in fianco al campanile, ma molte attività si svolgono nei parchi di Villa Tivan e Villa Matter. Anche i militari polacchi aiutano gli scout con tende, corde e pentole varie e la loro generosità consente di svolgere già nel 1945 il primo campo estivo al lago di Santa Croce per i 47 scout di Carpenedo.
A metà anni 50 però emergono sempre maggiori difficoltà, specialmente nella gestione dei ragazzi più grandi (i rovers) e di conseguenza diminuisce il numero di capi che faticano ad avere un ricambio, così si decide di unire i gruppi di rovers di Carpenedo, del Mestre 1 (Parrocchia di San Lorenzo) e del gruppo di via Piave, dando vita così al gruppo “Forte”, che termina le sue attività nel 1963, avendo raggiunto lo scopo di formare i ragazzi più grandi.
Nel 1974 AGI (i gruppi scout femminili) e ASCI (i gruppi scout maschili) si uniscono in tutta Italia e si consolida il gruppo così come lo vediamo oggi: il Branco della Mowha e il Branco del Ranocchio (lupette e lupetti dai 9 agli 11 anni), il Reparto Anthares e il Reparto Stella del Nord (guide e scout dai 12 ai 15 anni), un Noviziato (16 anni), il Clan Al Bazaar e il Clan Uno, Nessuno e Centomila – fino al 1987 il Clan era uno solo – (scolte e rover dai 17 ai 20 anni).
In questi lunghi anni, che sono passati così velocemente, alcuni aspetti rimangono a contraddistinguere questo gruppo.
Come tutti gli scout, i lupetti imparano giocando l’attenzione e la cura per se stessi e per gli altri, per il creato che ci è stato dato in prestito e dovremo lasciare migliore di come l’abbiamo ricevuto; in reparto si impara a confrontarsi con i propri limiti, dandosi degli obiettivi e fissando un progetto per raggiungerli e verificando i risultati nelle imprese, acquisendo sempre nuove competenze; in clan e in noviziato si scende per strada, materialmente e idealmente, per confrontarsi con il mondo, per diventare cittadini attivi, capaci di scelte di servizio che possano cambiare la società. Tutti uniti dall’esempio di Gesù, che ci rende fratelli e ingranaggi indispensabili della sua Comunità.
Fin da subito il gruppo è stato strettamente legato alla Parrocchia, non solo come scelta degli spazi per riunirsi, ma anche per l’intrecciarsi di attività comuni, di iniziative condivise: gli scout sono a tutti gli effetti un gruppo della Parrocchia, con tutte le ricchezze che derivano da questa unione per entrambi e con tutte le difficoltà che a volte nascono dall’essere diversi ma insieme.
Il gruppo è sempre stato aperto alle novità e alle sperimentazioni, come quelle che hanno coinvolto i lupetti e le coccinelle negli anni ’70, le esperienze con i gruppi di altre zone d’Italia e d’Europa; le avventure “nautiche”, speleologiche e ciclistiche e molte altre che il gruppo del Mestre 2 vivrá negli anni a venire.
C’è sempre stata un’attenzione e un’apertura alle situazioni di difficoltà del territorio, basti ricordare le esperienze nel campo Sinti di S. Giuliano negli anni ‘90, a Ca’ Letizia, a Ca’ Brentelle, con i profughi dell’ex Jugoslavia, oltre ai tanti capi che nel tempo hanno collaborato con i gruppi che ne avevano bisogno, come a Favaro, a San Giuseppe e al Corpus Domini, solo per citarne alcuni. Da sempre in Zona ci sono dei capi che mettono a disposizione tempo ed esperienza per contribuire alla crescita dello scoutismo nel nostro territorio. Senza dimenticare le tante emergenze dove alcuni capi e ragazzi sono stati presenti attivamente: dopo il disastro del Vajont, i terremoti del Friuli e dell’Irpinia, l’alluvione in Valtellina.
Non dimentichiamo le molte attività che coinvolgono le famiglie, come il Palio di Primavera iniziato negli anni 90 e recentemente riscoperto, oltre a molte altre attività che vedono collaborare insieme genitori e ragazzi, al punto (a volte) di fargli rimettere l’uniforme e mettersi in gioco!
Che dire? Un vecchio gruppo o un gruppo giovane? Un gruppo di antiche tradizioni o un gruppo che si rinnova nel tempo?