Da quasi quarant’anni accogliamo le ragazze e i ragazzi di Vizzolo e dei paesi limitrofi, prendendoci cura della loro felicità ed educazione.
Il Gruppo Scout di Vizzolo è nato nel 1982 e fa parte dell’AGESCI, l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani. Accogliamo le ragazze e i ragazzi di Vizzolo e dei paesi limitrofi, prendendoci cura della loro felicità ed educazione.
Un gruppo scout è infatti un ambiente educativo gioioso e stimolante, capace di formare il carattere e la personalità dei ragazzi e delle ragazze, accompagnandoli in un percorso di crescita che comprende, insieme a una seria autodisciplina, senso del dovere e lealtà, anche la cura e il rispetto della propria persona e degli altri, l’amore per il creato e la vita all’aria aperta.
Lo Scautismo stimola uno stile di vita essenziale e sobrio, l’amore per la libertà e la capacità di assumersi le proprie responsabilità nel mondo, la disponibilità a rendersi utili ed aiutare gli altri, in generosità e gratuità.
Perchè scegliamo di essere scout
Perchè essere scout è bello. L’esperienza scout è capace di donare occasioni uniche e di preparare ogni persona alle piccole e grandi sfide della vita.
Ottimismo e concretezza
La Guida e lo Scout guardano al lato positivo in ogni cosa, scoprono il buono che c’è in ciascuno; rifiutano tutto ciò che offende l’essere umano e lo rende schiavo, cominciando dalle cattive abitudini, dalla pigrizia, dallo scetticismo, dall’indifferenza, fino a respingere la violenza, la prepotenza e ogni sorta di ingiustizia. Guardano alla vita come a un grande gioco, con spirito di avventura, buttano il cuore oltre l’ostacolo, danno un calcio all’”im”possibile; accettano anche l’insuccesso, non come sconfitta, ma come stimolo a rialzarsi e ricominciare; hanno il coraggio della fatica, della costanza e della fedeltà nelle piccole come nelle grandi scelte, consapevoli che la coerenza ai grandi ideali si dimostra nelle piccole cose di ogni giorno.
Amore per il creato
La Guida e lo Scout amano la vita, godono della bellezza, in particolare scoprono la bellezza della natura, il grande libro che Dio ci ha dato perché, attraverso di essa, scopriamo la Sua bellezza: rispettano la natura, ne seguono i ritmi, la osservano con stupore e umiltà e così imparano l’attesa, acquistano il senso del limite, lo spirito di sacrificio; provano timore verso ciò che è più forte di loro, ma anche godono dei silenzi della natura e si aprono alla contemplazione. Sapendosi creature, si sentono parte del mondo creato e di esso responsabili; sentono, perciò, l’urgenza di agire per la sua difesa e salvaguardia, e iniziano avendo cura di loro stessi, della propria persona, del proprio corpo.
Spirito di servizio
La Guida e lo Scout non tendono soltanto alla bontà, ma a fare il bene; si guardano intorno con attenzione e per rendersi utili cercano di approfondire le proprie competenze, capacità progettuali e abilità tecniche. Ne scaturisce non solo un forte senso del proprio dovere, ma anche una più matura professionalità e la coscienza che il lavoro va vissuto come servizio. La famosa “buona azione” è scuola di attenzione agli altri; gratuità, generosità ed altruismo divengono gradualmente vero e proprio spirito di servizio, capacità di donare e di donarsi.
Senso di responsabilità
La Guida e lo Scout hanno il coraggio della lealtà, della sincerità, dell’impegno, e sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità come nel piccolo gruppo di amici, così nella vita. Nella piccola comunità giocano un ruolo attivo, in armonia con gli altri imparando a lavorare insieme; quest’attitudine li aiuterà, poi, ad inserirsi con originalità nel contesto sociale e politico in cui avranno occasione di vivere, ad operare disinteressatamente per il bene comune, a partecipare alla vita sociale come cittadini attenti, capaci di collaborare con quanti sono animati da buona volontà, valorizzando ciò che unisce, senza intolleranze e integralismi.
Pace e fraternità internazionale
La Guida e lo Scout vivono la diversità delle idee e dei valori non come un ostacolo o una barriera, ma come occasione di dialogo, nella consapevolezza che la pluralità, rispettosa delle diverse individualità, costituisce reciproco arricchimento. Le prime esperienze di contatti con persone di tutto il mondo allargano il loro orizzonte, facendoli così sentire cittadini del mondo; la Guida e lo Scout hanno, quindi, rispetto delle altre persone e in ogni essere umano vedono un possibile amico e amica a cui guardare con fiducia; hanno fortissimo l’istinto della pace e guardano al mondo intero in una visione di mondialità intesa come fraternità internazionale: sentono come sue le problematiche globali del rispetto dei diritti di ogni uomo e di ogni donna e dei popoli, del dialogo e del superamento dei conflitti, dello sviluppo e della solidarietà.
L’autoeducazione
La Guida e lo Scout intendono l’educare non come inculcare valori, idee, comportamenti, ma favorire l’autoeducazione, aiutando ogni persona a tiirare fuori il positivo che ha in sé, in un contesto di esperienze vissute volentieri e liberamente, insieme ad altri amici e amiche suoi pari e guidati da un adulto educatore, il e la capo scout. Capo scout che osservano per cogliere i desideri e le attese profonde dei ragazzi e delle ragazze, per far leva sulle loro capacità e qualità ed offrirgli occasioni stimolanti in grado di valorizzarle. Il compito del capo e della capo è quindi quello di far esprimere liberamente ciascuno scoprendo ciò che vi è dentro, e quindi di prendere ciò che c’è di buono e di svilupparlo, sapendo che anche nel peggiore carattere c’è il 5% di buono. Il gioco consiste nel trovarlo e quindi svilupparlo al massimo.
La fiducia, chiave di ogni relazione educativa
I capi e le capo che accompagnano la Guida e lo Scout hanno un ruolo decisivo: devono essere per loro non tanto maestri, quanto fratelli e sorelle maggiori, devono sapersi fare “uomo-ragazzo” e “donna-ragazza”, capaci cioè, di vivere insieme con loro le esperienze che inseriscono nella proposta. Nel servizio educativo il capo e la capo si giocano per intero testimoniando le scelte e i valori che lo sostengono. Alla base del rapporto c’è, pertanto, la fiducia, da dare ai ragazzi e alle ragazze prima ancora di poterla meritare da loro.
La proposta religiosa come via alla felicità
La Guida e lo Scout riconoscono una religiosità che porta a riconoscersi figlia e figlio di Dio e a voler utilizzare al meglio la vita e i talenti che ci ha donato. Il fondatore dello scautismo, Sir Robert Baden Powell, non ha voluto associare lo Scautismo ad una confessione religiosa per non creare ostacoli all’universale fraternità, ma, da persona di fede riteneva la dimensione religiosa determinante per la felicità di ogni uomo. Egli, infatti, scriveva: “Se vuoi veramente intraprendere la strada verso il successo, cioè verso la felicità, devi dare una base religiosa alla tua vita”. ed invitava tutti gli scout e le guide del mondo a vivere con gioia e fedeltà ciascuno la propria esperienza religiosa con il motto: gioca nella squadra di Di”.