Questo articolo è un po’ per tutti, soprattutto per chi vuole scoprire o ricordare quali sono le emozioni che si provano ad un campo estivo. Sappiamo tutti che la squadriglia è una piccola famiglia formata da fratelli o sorelle maggiori e minori, a seconda se la squadriglia sia femminile o maschile, e per chi non lo sapeva, lo ha scoperto. Questo concetto di famiglia si sviluppa durante l’anno, ma si mette in pratica al campo. Insieme a questa famiglia si passano intemperie, dove i fratelli o sorelle sono lì pronti a rallegrarti, e poi… ci sono i momenti di felicità: la vittoria di un gioco; la conquista di un gagliardetto o, meglio ancora, del campo stesso. Momenti di grande felicità si vivono anche la sera, ad esempio quando al fuoco di bivacco (ultimo fuoco del campo e anche il più importante) si preparano le scenette tutti insieme per vedere gli altri sorridere; gli sfottò… perché in famiglia si sa stare al gioco; i canti che donano allegria; quell’allegria che deriva da tutto ciò che regala un campo. Ma come dimenticarsi del momento della cena, perché con lo stomaco pieno si è ancora più allegri. Un altro momento di forti emozioni è il raid, che porta la squadriglia ad allontanarsi da tutti per un giorno, ma che riesce ad avvicinare quei fratelli che durante l’anno non hanno stretto molta amicizia o che non sono riusciti a donarsi fiducia tra di loro. La fiducia è fondamentale! Per andare avanti e per superare qualsiasi ostacolo c’è bisogno di fiducia, solo grazie ad essa si riesce a collaborare. Ma ovviamente in un campo non ci sono solo momenti divertenti e facili ma anche momenti difficili, che spesso capitano proprio quando in squadriglia c’è mancanza di collaborazione, di fiducia, di rispetto reciproco e, perché no, anche un po’ di sana competizione. è dura quando, per la mancanza di quanto detto prima, si crea un momento di stallo e, spesso, non riuscendo a superarlo la squadriglia finisce per fallire in tutto ciò che fa. Per questo la squadriglia deve essere unita, e come diceva anche B.P. “Andiamo, non vai, se vuoi che un lavoro sia fatto…”!
Quindi sulla base di questa mia testimonianza, vi consiglio di vivere l’esperienza del campo ed ogni emozione al massimo.
Ciro Palomba