Il Totem (o nome di caccia) è un nome, di solito di un animale (ma a volte anche di piante, alberi o agenti atmosferici), seguito da un aggettivo, che viene dato ad uno scout per sottolineare una sua caratteristica; normalmente il nome dell’animale richiama una caratteristica fisica della persona, mentre l’aggettivo una caratteristica della personalità.
Le attuali tradizioni italiane sul Totem si rifanno anche alle pagine di “Scautismo per Ragazzi” (quinta chiacchierata), in cui Baden-Powell racconta la cerimonia iniziatica in uso presso gli Zulu.
L’usanza voleva che il ragazzo, giunta l’ora in cui sarebbe diventato un guerriero (e quindi ammesso nella comunità degli adulti), fosse dipinto di bianco e allontanato dal villaggio; la pittura sarebbe svanita dopo un certo tempo, durante il quale il ragazzo avrebbe dovuto provvedere a sé stesso, ma senza farsi vedere da alcuno.
Il ragazzo sarebbe stato chiamato ad affrontare numerose prove, disponendo solo del suo coraggio; si sarebbe preso cura di sé per tutto il tempo necessario, e una volta tornato in tribù, gli sarebbe stato attribuito un nome di guerriero.
Tale nome doveva rispecchiare il carattere tenace e l’audacia del ragazzo, e veniva discusso dal consiglio dei più anziani; in tal modo, il ragazzo avrebbe potuto apprezzare il nome e ne sarebbe rimasto fiero.
Per ringraziamento, avrebbe preso spunto da tale nome per realizzare una statuetta del totem che lo raffigurasse, e che identificasse il suo spirito guerriero.
Il ragazzo, ora adulto, entrava a far parte della comunità degli anziani, e avrebbe personalmente accompagnato i nuovi ragazzi nelle loro prove, per fornire anche loro di un valido nome da guerriero.
Il nome veniva riconosciuto come entità sacra, come del resto il Totem che veniva consegnato alla cerimonia dal ragazzo che si apprestava a diventare adulto.