Quando, non molto tempo fa, una mattina squillò il telefono, non immaginavo di sentirmi dire: “Ciao Akela”. Sono passati ormai alcuni anni da quando ho riposto nel cassetto il mio fazzolettone scout e quel saluto di un mio lupetto, oramai diventato un capo, mi ha un po’ emozionato, soprattutto quando mi ha proposto di scrivere per il 25° anno del gruppo, alcuni miei ricordi dei sedici anni passati in Branco.
Non ho guardato le tantissime diapositive che conservo (altrimenti non sarebbe un breve articolo ma un libro!), ma ho cercato di ricordare le cose che più mi sono rimaste nel cuore. Sono ritornata col pensiero ai primi anni quando, ancora inesperta, cercavo di capire questo scoutismo, che non avevo vissuto direttamente, ma che avevo conosciuto attraverso le esperienze e lo stile di vita di Inereo, mio marito. Dopo molto tempo ho capito meglio che cosa fosse questo essere scout e ne rimasi affascinata, soprattutto per la felicità che mi prendeva : quando mi preparavo il racconto del libro della giungla a casa e poi in branco provavo sempre una grande emozione nel raccontarlo, quando con lo staff ci divertivamo come “lupetti” nel cercare attività che potessero farli felici e nello stesso tempo farli crescere come persone, quando i lupetti durante la cerimonia della promessa non riuscivano a pronunciare la legge, perché avevano il groppo alla gola, e io ne avevo due che non riuscivano ad andare giù, quando durante i giochi, con pochi travestimenti, si poteva viaggiare con la fantasia, quando si andava in uscita e la strada non finiva mai e qualche lupetto chiedeva “Akela, quanto manca? Quando si arriva?”… “Altre due curve, e poi…” , quando preparavano le specialità per essere lupo della rupe, o conquistare la prima stella, ecc. e si pretendeva sempre di più perché ne avevano le capacità, quando si partiva per le vacanze di branco (dove la nutella non mancava mai) e, dopo qualche lacrimuccia, ci si immergeva in questa avventura e la nostalgia spariva, quando durante i giochi notturni erano più i vecchi lupi a prendere paura che loro, quando durante l’ultimo consiglio della rupe, i lupetti anziani davano l’addio al branco, e le lacrime scorrevano a fiumi e domandavano: “Dobbiamo per forza passare?”, quando qualche lupetta ti dice: “Un giorno io diventerò Akela e mi siederò al tuo posto”, quando vedi accolti nel branco bambini meno fortunati, che ti ripagano con l’affetto, quando potevi contare sulla Lina e la Maria per non far morire di fame i lupetti, quando… quando…quando…
Ecco, dopo tutto questo si riesce a capire perché ho provato tanta emozione; perché è stato un periodo della mia vita in cui ho ricevuto moltissimo in amicizia, in valori, in solidarietà, in affetto. Ci sono stati anche momenti cupi, ogni rosa ha la sua spina, ma, credetemi, tutto spariva dopo un sorriso. Lasciamo i ricordi dentro al cuore.
Ai miei lupetti che ora sono dei capi e a tutti i lupetti che verranno, auguro di vivere lo scoutismo con gioia e semplicità, cercando di procurare la felicità agli altri (B.P.)
“ Le stelle si fanno più rade. Dove faremo la nostra tana oggi?
Perché d’ora in poi seguiremo nuove tracce “.
Buona Caccia con affetto,